Declino del buddismo in India

Rovine dell'università di Nālandā, considerata una pietra miliare della fede buddista poco prima del suo declino in India.

Il declino del buddismo in India, la terra della sua nascita, si è verificato per una serie di motivi storici, concatenatisi con il successo con cui ha continuato a fiorire al di là dei confini del paese natale[1].

Il buddismo aveva visto una crescita costante dai suoi inizi avvenuti nel VI secolo a.C., fino al momento della sua approvazione come condizione religiosa statale ufficiale dell'Impero Maurya sotto Aśoka nel III secolo a.C. Ha continuato a prosperare nei secoli seguenti e durante i primi secoli dell'era volgare, diffondendosi anche al di là del subcontinente indiano per gran parte dell'Asia centrale e oltre fino alla Cina.

Ma un costante declino del buddismo in India principiò durante la successiva era dell'impero Gupta e sotto l'impero Pala. I monaci cinesi itineranti che viaggiano attraverso la regione tra il V e l'VIII secolo, come Fǎxiǎn, Xuánzàng, Yìjìng, Huisheng e Sogn Yun, hanno cominciato a parlare di un declino dello Sangha buddista, soprattutto sulla scia dell'invasione da parte degli Unni bianchi[2]. Un tal declino è poi continuato anche dopo la caduta della dinastia dei Pala avvenuta nel XII secolo e la progressiva conquista musulmana nel subcontinente indiano[2].

A quel tempo, il buddismo era diventato particolarmente vulnerabile a causa di governanti ostili alla sua forma di fede, poiché mancava di radici forti nella società in quanto la maggior parte dei suoi aderenti erano costituiti da gruppi comunitari ascetici strutturati in monasteri chiusi[3].

A parte una piccola entità ' della comunità nel Bengala orientale (oggi chiamato Bangladesh), in cui era sopravvissuto fin dai tempi antichi ed il Nepal, il buddismo si era praticamente estinto in India entro la fine del XIX secolo. In tempi recenti il buddismo ha visto una rinascita in India a causa dell'influenza di Anagarika Dharmapala, Kripasaran Mahasthavir (del movimento dei dalit buddisti), B. R. Ambedkar (primo ministro della giustizia e redattore della costituzione indiana) e Tenzin Gyatso, il 14º Dalai Lama (in esilio dal Tibet ove regnava, in terra indiana dal 1959).

  1. ^ Promsak, pg.14
  2. ^ a b Merriam-Webster, pg. 155–157
  3. ^ P. 183 Max Weber: an intellectual portrait By Reinhard Bendix

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